Il tiramisù, uno dei dolci italiani più amati al mondo, è entrato nell’immaginario collettivo come simbolo di golosità e convivialità. Le sue origini risalgono agli anni ’60‑’70 nel Nord Italia, con una disputa tuttora accesa tra più regioni che ne rivendicano la paternità: c’è chi parla di un “dolce ricostituente” servito alle mondane di Treviso, chi lo lega al mondo delle osterie veneziane e chi ne vede tracce fin dalle corti medicee rinascimentali, sotto forma di crema ricca di uova e zucchero (fonte: L. Fasano, Il dolce sospetto: storia e misteri del tiramisù, Feltrinelli, 2018). Quel che è certo è che, grazie alla sua semplicità di esecuzione e alla piacevole alternanza di consistenze (savoiardi inzuppati, crema morbida al mascarpone e polvere di cacao), il tiramisù ha conquistato il palato di milioni di persone in tutti i Paesi.
La scelta del caffè con cui realizzare il tiramisù è al centro di un vivace dibattito: espresso o moka? L’espresso, erogato dalle macchine a pressione a 9 bar (unità di misura), garantisce un gusto più intenso, una crema dorata e una temperatura ottimale, condizione ideale per non “spegnere” la crema al mascarpone. Il caffè della moka, tipico della tradizione domestica italiana, risulta invece più denso e corposo, ma spesso più amaro e meno aromatico se preparato in vecchie caffettiere con parti metalliche usurate (fonte: A. Rizzi, “Espresso vs moka: la scienza del caffè,” Caffè Italiano Magazine, 12/2020). Numerosi pasticceri professionisti prediligono oggi l’espresso per la consistenza uniforme del liquido e per la possibilità di dosaggi precisi nella bagna, mentre molti appassionati di casa continuano a usare la moka per praticità e per quella leggera nota nostalgica che richiama il pasto tradizionale, solitamente domenicale, in famiglia.
Dal punto di vista tecnico, l’acqua dell’espresso è erogata a circa 90‑95 gradi centigradi e subisce una breve estrazione, circa 25–30 secondi: questo processo preserva gli aromi più volatili, limitando l’estrazione delle componenti amare (fonte: S. Conti et al., “Influenza della temperatura e del tempo di estrazione sul profilo aromatico del caffè,” Journal of Coffee Research, vol. 7, 2022). La moka, invece, si basa su una temperatura leggermente superiore e un tempo di contatto più lungo, il che estrae composti fenolici responsabili di un gusto più pungente. Se il vostro palato, quindi, ama sentori di cioccolato fondente e note tostate decise, in sintesi, la moka potrà regalarveli, ma per un equilibrio tra dolcezza del mascarpone e retrogusto amarognolo calibrato, l’espresso resta il metodo d’elezione.
Oltre alla scelta del caffè, il “vero tiramisù” si caratterizza per la selezione accurati di altri pochi ingredienti di qualità: uova freschissime (solitamente solo i tuorli, per garantire cremosità e stabilità), zucchero semolato, mascarpone italiano al 60% di grassi minimo, savoiardi artigianali e una spolverata finale di cacao amaro in polvere. Alcuni maestri pasticceri aggiungono un goccio di liquore — marsala, rum o brandy — alla bagna, oppure granelle di cioccolato tra gli strati per un tocco di croccantezza.
Come ogni dolce o piatto diventati celebri, del resto, nel corso degli ultimi decenni il tiramisù si è declinato in mille varianti: frutti di bosco, pistacchio, cioccolato bianco, tè matcha, così come rivisitazioni vegane con panna di soia e “uova” alternative. Del resto, come suggerisce lo stesso nome di questa delizia (“tirami su” ovvero “tirami su di morale”), l’obiettivo è regalarsi un piccolo momento di spensieratezza e piacere, che per ognuno può avere un gusto diverso: l’importante è che funzioni!
Dal tiramisù-brownie, che sposa cultura italiana e statunitense, al tiramisù proteico e low fat per chi cerca una variante funzionale, passando per quello senza glutine o al pistacchio: sbizzarritevi e scegliete tra le nostre 27 ricette diverse quella perfetta per tirarvi-su 😊